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Abitazione a Firenze Prof.
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Dott. Arch.: Leonardo Ricci Arch.: A. Canali Arch.: L. Cencetti Arch.: F. Milanese Ing.: G. Petrelli
Benché sia composto solo di appartamenti e di qualche negozietto, e manchi di quelle attrezzature urbane che dovrebbero essere integrate nel tessuto abitativo, l'edificio di Sórgane rivela un'impressionante macrostruttura. « Passaggi esterni, strade interne, appartamenti duplex fanno parte del bagaglio linguistico di qualsiasi architetto che si rispetti, ma nessun fabbricato incarna il concetto di macrostruttura con la stessa evidenza; qui s'invera un principio testimoniante di quello che potrebbe essere la città futura.» Quando esprime gesticolando queste idee, Ricci sembra quasi un invasato; eppure ha ragione. Dopo aver elaborato la «lama strutturale» in sostituzione dei pilastri a gabbia o pilotis, l'ha esplosa a scala gigantesca, atta a legare insieme percorsi pensili, terrazze, piazze elevate, strade interne, scale-nodi e non solo scale distributrici degli alloggi. Entro que216
sta macrostruttura si inseriscono senza dominare appartamenti di taglio felice, spaziosi specie nei duplex; figurativamente scompaiono divorati dal modulo delle enormi lame.
«Gli appartamenti sono ancora pensati secondo i vecchi standards razionalisti; non ho potuto fare altrimenti. Avrei voluto offrire agli abitanti solo una serie di pezzi prefabbricati in modo che ognuno potesse conformare il proprio alloggio, li risultato sarebbe stato senza dubbio migliore, pregno di quegli elementi spontanei che solo la vita vissuta produce. Una struttura cosi forte consente qualsiasi alterazione senza esserne deturpata. Non occorrono tacciatine, colorini, dettaglini da omosessuali, decorazioncine.» Visitiamo altri edifici del quartiere, alcuni dei quali progettati da architetti non meno qualificati. L'intuizione di Ricci trova sicura conferma.
Gli appartamenti sembrano insipide scatolette ammuchiate, ravvivate da qualche sfasatura volumetrica, da un commento cromatico, da un epidermico gioco di materiali; e gli interni appaiono meschini cincischianti, soffocanti. «Prima di crepare», dice Ricci, «voglio realizzare un pezzo di città globale non alienata. Non è vero che l'architettura sia in crisi. Se smettiamo di imitare i modelli socioculturali di un mondo finito, possiamo fare cose nuove, belle e autentiche.» La zona di Sórgane è stata rovinata.
Nell'ambito di un quartiere dimezzato e anchilosato, la brillante macrostruttura di Ricci risulta stonata, un congegno artificioso e stridente.
Ma è un atto sincero di ottimistica fede: «nell'aldiqua», precisa ridendo l'architetto, «nell'aldiqua, sia ben chiaro».
Photos Giuliano Gameliel
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